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Mw3_Legend_world
view post Posted on 16/5/2016, 16:43




1. Ritratto nel Rinascimento
2. L’EVOLUZIONE DEL GENERE
  • Un tipico aspetto del Rinascimento fu il
  • ritorno ai ritratti realistici come soggetto
  • importante nell’arte europea.
  • Durante il Medio Evo, i ritratti
  • rappresentavano, quasi esclusivamente,
  • figure stilizzate, in atto di pregare, di chi
  • li aveva commissionati, dipinti, in
  • ginocchio, nelle immagini religiose che
  • loro stessi avevano scelto.
  • Il ritratto era quindi strettamente legato
  • alla funzione devozionale.
Lippo Memmi, Madonna dei Raccomandati, Cappella del Corporale, Duomo, Orvieto. 1320 aC
3.
  • L’interesse del Rinascimento fu nelle
  • relazioni fra uomo e natura dette origine alla
  • somiglianza degli individui nel mondo
  • reale, indipendentemente da ogni ruolo
  • simbolico nella chiesa e nello stato.
  • I prototipi classici per questo tipo di ritratti
  • furono trovati nei busti di marmo scolpiti
  • nell’antica Roma e i ritratti in profilo nelle
  • monete antiche.
  • In particolare, a Firenze fanno da grande
  • spunto per la produzione artistica le
  • maschere di cera .
  • La grande ritrattistica rinascimentale aveva
  • soprattutto finalità celebrative e
  • commemorative.
  • Non è un caso quindi che questo genere si
  • legò soprattutto alla cultura laica delle
  • corti,sempre alla ricerca di legittimazione .
Ritratto di nobildonna, Antonio Pollaiolo, 1470 aC, tempera su tavola, Milano
4.
  • Agli inizi del Quattrocento i mecenati e gli artisti italiani avevano preferito ritratti di profilo .
  • Ce ne da un esempio il dittico realizzato da Piero della Francesca fra il 1465 e il 1472: un doppio
  • ritratto riproducente la struttura delle medaglie antiche. In esso compaiono idealizzati i mezzi busti di
  • Federico da Montefeltro e Battista Sforza dedicati all’individuazione dei valori etici dei due
  • personaggi tramite l’allegorica rappresentazione del Trionfo della Fama e della Pudicizia.
Piero della Francesca, Federico da Montefeltro e Battista Sforza , 1465-72, Galleria degli Uffizi, Firenze
5.
  • Durante l’ultima parte di questo periodo il
  • ritratto di profilo fu sostituito, in Italia, dal
  • ritratto a trequarti , raramente a figura intera,
  • in cui il soggetto ha contatto visuale con
  • l’osservatore. Questa enfasi sulla
  • comunicazione personale era stata importata
  • dai ritratti dei maestri dei Paesi Bassi.
  • Il contatto culturale tra Italia e Paesi Bassi
  • derivava dalle reciproche operazioni bancarie
  • e dal commercio.
  • C’è anche stato uno scambio proficuo di
  • tecniche pittoriche. Precedentemente i dipinti
  • italiani erano quasi esclusivamente in tempera
  • ad uovo, applicata a pannelli di legno coperti
  • con un leggero strato di intonaco bianco. La
  • colla naturale dell’uovo legava al gesso i
  • pigmenti dai brillanti colori. Verso gli ultimi
  • decenni del 1400 le pitture ad olio , che
  • consentivano nuovi effetti di naturalismo e
  • luminosità , furono importate dai Paesi Bassi.
Jan van Eyck, Uomo col turbante , 1433,National Gallery
6.
  • Antonello da Messina introduce le novità
  • fiamminghe in Italia. I suoi ritratti
  • ricalcano in maniera evidente i modelli
  • nordici, soprattutto per l’impianto
  • compositivo e il nuovo ruolo svolto
  • dalla luce . Sottile e profonda l’ analisi
  • psicologica , che troverà il suo maggiore
  • interprete quattrocentesco in Leonardo da
  • Vinci.
Antonello da Messina
7.
  • Leonardo da Vinci avvia una vera e propria
  • indagine psicologica che giungerà ad esiti
  • altissimi di scavo introspettivo e fisionomico dei
  • personaggi. Le scelta del mezzo busto di tre
  • quarti e la tecnica dello sfumato conferiscono ai
  • ritratti leonardeschi un nuovo effetto dinamico,
  • cangiante, che spesso ammanta queste opere,
  • soprattutto gli sguardi , di un velo di mistero.
Leonardo da Vinci
8.
  • Nello stesso periodo nasce il ritratto di membri
  • del ceto borghese che scelgono di farsi
  • rappresentare con gli attributi della loro
  • professione per perpetuare ai posteri la propria
  • memoria.
  • La realizzazione di questi ritratti spesso
  • coincideva con un particolare momento
  • dell’esistenza dell’individuo, un evento
  • economico o professionale,un episodio affettivo
  • o legato alla quotidianità.
Jacopo Strada,1567-68, Kunsthistorisches Museum, Vienna
9.
  • Raffaello si ispira al modello leonardesco,
  • soprattutto per l’introspezione psicologica
  • e l’utilizzo del chiaroscuro che conferisce
  • volumetria ai personaggi e sfuma vesti e
  • volti.
  • Tuttavia, Raffaello raggiunge una nuova
  • sintesi tra elementi compositivi e
  • cromatici : la torsione dei corpi , gli
  • accordi cromatici e gli effetti luministici
  • determinano il raggiungimento di una
  • piena tridimensionalità e di una nuova
  • umanità dei personaggi rappresentati.
Raffaello Sanzio
10. Tiziano Vecellio Tiziano è indubbiamente il ritrattista più celebre del Cinquecento. Egli porta alle estreme conseguenze l’utilizzo del fondo scuro , rendendolo il proprio tratto distintivo: le pose sono varie, liberate da qualsiasi schema, la gestualità naturale come le espressioni, il tutto raggiunto con una straordinaria essenzialità di mezzi pittorici . La pennellata densa di colore è lo strumento della rappresentazione che raggiunge livelli di introspezione psicologica inediti.
    • Giulio Romano, c. 1536,
    • Palazzo della Provincia, Mantova
11. Lo state portrait o ritratto di corte rientra nella produzione ritrattistica che immortala personaggi ufficiali (sovrani, papi, cardinali, aristocratici…). I personaggi sono rappresentati generalmente: • a figura intera o mezza figura; • di tre quarti o seduti; • in pose ufficiali, con attenzione ai tratti fisionomici e non ai sentimenti; • con attenzione soprattutto a abbigliamento, gioielli, armature. L’obiettivo è rendere visibile l’importanza, nobiltà, potenza dei committenti. Questa produzione si sviluppa dalla seconda metà del Cinquecento, ma ha i suoi antecedenti in Raffaello e Tiziano che rinnovano profondamente il genere grazie alla loro capacità di introspezione psicologica . Raffaello, Giulio II, 1511-12, National Gallery, Londra
12.
  • Il maggior interprete del genere fu
  • Tiziano, pittore di corte per eccellenza:
  • lavorò per i maggiori potenti dell’epoca,
  • pontefici, re o imperatori.
  • Egli rivoluzionò il genere del ritratto
  • ufficiale attraverso la sua singolare
  • capacità di cogliere la personalità dei
  • suoi committenti, grazie ad uno studio
  • attento di espressioni, pose e gesti e ad
  • una concretezza esaltata dal colore ,
  • soprattutto nella resa di stoffe preziose,
  • armature, incarnati.
  • L’istanza celebrativa di idealizzazione e
  • la scelta del naturalismo trovano in
  • Tiziano la sintesi perfetta.
13. Realizzato da Bompieri Eleonora Saporetti Matteo
 
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